I SUPPLI’
Mia moglie, Marzia, compie gli anni come tutti una
volta all’anno, un giorno: il suo compleanno. I festeggiamenti dell’evento
invece vanno da alcuni giorni prima a svariati giorni dopo. Preciso: alcuni sta
per almeno 10 e svariati per circa 20. In pratica è l’unica persona al mondo
che per un mese festeggia il suo compleanno. Si potrebbero fare paragoni ben
posti con il Bianconiglio ed il suo “Non Compleanno” (e chi non conosce la
favola, … il problema è suo), anche se Marzia la vedrei più vicina alla “Regina
di Cuori”.
Comunque la serata di chiusura
dei festeggiamenti è stata costruita attorno ad un aperitivo. Quindi: olive,
crostini, patatine sia nel cestino, sia con ai piedi un tacco 12 (cm) (richiedo
ufficialmente di non essere censurato), ecc……… le altre cose anche se
decisamente buone e particolari le ometto. Vorrei concentrare l’attenzione su di
un fritto: i supplì (sperando che il nome sia giusto).
Per fare questa delizia serve
come prima cosa il riso: anche se quest’ultimo non viene cotto alla maniera di
un risotto, consiglio comunque un Vialone Nano della bassa veronese.
Altro
ingrediente fondamentale è lo stomaco del pollo o al secolo “ i durelli” e qualche
fegatino sempre di pollo. Il resto di solito si trova in ogni dispensa che si
rispetti.
Per prima cosa bisogna fare un sugo non troppo concentrato, deve
essere ben cotto ma non troppo e mantenersi liquido, ma non troppo (tipo: mi
raccomando, va piano ma fa presto), leggasi bisogna andare un po’ ad istinto.
Per il sugo: un soffritto classico: cipolla bianca (non avere paura di
eccedere), sedano, carota, mantenendo un equilibrio quasi equipollente,
preponderante comunque nei confronti della cipolla. Uno spicchio d’aglio
incamiciato, leggermente schiacciato usando un coltello con la lama “di piatto”,
quindi non dalla parte tagliente.
Quando il soffritto è pronto, unire i durelli e qualche fegatino
tagliati entrambe al coltello. Ora se si pensa di tagliare i durelli nel tempo
in cui soffriggono le verdure è decisamente un errore, la cosa richiede molto
più tempo e soprattutto la pazienza di Giobbe. Ad ogni buon conto bisogna
farlo, quindi organizzarsi. Aggiungere i durelli ed i fegatini, unire un buon
bicchiere di vino, io ho unito un “Ribolla Gialla”, lasciare sfumare il vino;
aggiungere, un ramo di rosmarino, pepe, sale alla bisogna, una buona manciata
di origano e timo. A questo punto unire la passata di pomodoro e qualche pelato
schiacciato con la forchetta. Cuocere.
Ora, in questa ricetta si una: “un
po’”, “una manciata” ed altri termini che definirei imprecisi; ricordare: tutto
si sorregge su “va piano ma fa presto”.
Mancano i termini temporali della
cosa: per mangiare i supplì domani il sugo va fatto oggi e se lo stesso giorno viene
fatto anche il riso, ancora meglio. Un riso semplice, bollito in acqua salata;
quando a cottura (al dente), scolato e raffreddato sotto acqua corrente fredda.
A questo punto il riso va miscelato con dell’uovo sbattuto, per avere un
termine 350 gr di riso per ogni uovo sbattuto, aggiungere quindi una dose
abbondante di Parmigiano Reggiano. Se e solo se il sugo è freddo unirlo al
riso, mescolare, mescolare, mescolare…. Mettere in frigo.
Il giorno dopo: fare degli ovetti
che stiano dentro le due mani chiuse a cucchiaio, mani diverse cucchiai
diversi. Passare gli anzidetti ovetti nel pane grattato, assolutamente non comprato,
grattugiato come nel secolo scorso (leggasi quasi 15 anni fa), finalmente
friggerli in abbondante olio, scolarli su carta assorbente, riporli in un
piatto da portata e salarli.
Ora mangiarli.
Come aperitivo è stato un po’
laborioso, ma serate come quella valgono molto e fidatevi annullano molti
dolori, ovviamente esclusivamente materiali. Grazie a Dio io ho solo quelli.
PS: tutto ciò non sarebbe stato
possibile se mia madre, Amalia, non mi avesse dato consigli. Sottolineo che anche
se i decisamente tanti supplì, prodotti per l’aperitivo, hanno avuto vita molto
corta viste le fauci dei commensali, il gusto dei supplì stessi, miei, non ha
paragone alcuno con quelli fatti da mia madre; non fraintendere: non detto mia
MAMMA.
Importante: mia madre ha fatto le
“olive” di riso, le ha impanate e le ha fritte. Io ho fatto il riso, ho fatto
il sugo, mentre lo facevo ho bevuto mezza bottiglia di Lagrein riserva, ma
soprattutto ho mangiato i supplì con i miei amici, di martedì, all'aperitivo, l’ultimo
giorno di festeggiamento del compleanno di mia moglie. Guido
Bene ora arrivo io. Marzia... cioè la festeggiata... che ovviamente ha pensato solo a mangiare, bere ma soprattutto a ballare...... per tutta le sera... sono stata veramente felice.... grazie a tutti!
Si maaaaa....
RispondiEliminaI festeggiamenti stanno ancora continuando? Ma sei una tassa più che una moglie!
.... come una tassa???... ma se voglio solo ballare!!!!.... ah ah aha ha ah
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