Martedì sera Marzia ha invitato
parecchie persone per un aperitivo; di solito si dovrebbe bere un bicchiere in
compagnia mentre si stuzzica lo stomaco con un’oliva, un crostino, qualche
patatina.
Marzia no, oltre all’oliva, al
crostino ha deciso che bisognava stuzzicare gli stomaci dimostratisi in seguito
decisamente capienti, con verdura in pinzimonio, crostini al baccalà mantecato,
crostini con salsa alle acciughe, capperi e peperoni, acciughe in frattona, proseguendo
poi con un fritto di seppioline, che precedeva un fritto di gamberoni. A questo
punto non ci si poteva fermare e dopo aver bevuto due bottiglie di prosecco
Extra Dry D.O.C.G. di Valdobbiadene, La Vecchia Cantina dell’amico “Luigino
Benotto”, la prima di dimensioni normali la seconda magnum, abbiamo fatto l’affondo:
fritto di moeche, che si sarebbero sentite sole se non seguite da un fritto di
calamari e da uno di canestrelli, il tutto annegato da una seconda bottiglia di
magnum di prosecco e da una bottiglia di Kettmeir rosè, metodo classico dell’Alto
Adige.
Poi indecisi sul proseguo e soprattutto finito ogni tipo di pesce,
molluschi o crostacei che siano stati siamo passati alla finocchiona con pane
toscano portati da Nicola direttamente da Firenze, che sempre per i predetti
problemi di solitudine sono stati degnamente accompagnati da due tipi di
formaggio pecorino che avevano percorso la medesima tratta autostradale
compiuta dalla finocchiona e dal pane toscano.
L’aperitivo lo definirei ben
riuscito, però l’impianto stereo, seppur funzionante alla perfezione, non ha
reso come volevamo, quindi abbiamo acquistato on line un Docker da 600W, per
sentire un po’ più forte. Marzia per festeggiare ha intenzione di ripetere l’aperitivo,
che per ovvi motivi dovrà essere migliore del precedente, altrimenti per cosa
li facciamo, bisogna andare in crescere non in calare.
Due parole sulle moeche,
prelibatezza esclusivamente della laguna veneziana.
Il sistema classico prevede che
le moeche, che sono un tipo di granchi in fase di muta, quindi possono essere
mangiati solo nei cambi di stagione, vengano messe in una bacinella, o bul per
gli “sproti”, con un paio di uova leggermente sbattute; per regolarsi 500 gr. di
moeche che sono circa una ventina, con due uova. A bacinella coperta, mettere
la bacinella stessa in frigo per qualche ora, lo scopo è che le moeche mangino
l’uovo sbattuto fino ad esserne piene, perciò più rimangono in frigo e più
mangiano, regolarsi. Ciò fatto vengono fritte in modo tradizionale, quindi
infarinate e messe direttamente nell’olio bollente.
Noi abbiamo applicato il sistema
sbrigativo, o meglio abbiamo fritto senza la fase “uovo sbattuto”, lo scopo è
stato quello di sentire maggiormente il gusto del crostaceo. Per friggere più
croccante, prima d’infarinare, bagnare il pesce nella birra fredda, o nell’acqua
gassata fredda, oppure se siete dei puristi usare acqua naturale fredda; il messaggio
è basta che sia fredda. Non serve poi asciugare meticolosamente il pesce da
friggere, basta che perda il liquido in eccesso prima di andare nella farina.
Fare attenzione che l’olio sia caldo e soprattutto attenzione a non mettere
troppo cose a friggere, raffredderebbero l’olio stesso, affondando per poi riemergere
solo in seguito; in questa fase assorbirebbero molto olio per poi risultare “unte”
e mollicce.
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