TACCHINO RIPIENO SOTTO LA CAMPANA
(accompagnato nell'ultimo viaggio da uno stinco di maiale, tanto per non
lasciarlo solo)
Prima di tutto bisogna sapere che
il tacchino o come in questo caso la tacchinella da me usata per via del suo
peso (3 kg contro almeno 6 di un tacchino), possiede la carne meno saporita di
qualsiasi altro pennuto da cortile che solitamente si mangia: pollo, gallina,
faraona, galletto, anatra, oca, ecc…
Considerato ciò, dopo aver vinto l’impulso
di sostituire il pennuto stesso, bisogna insaporirlo “artificialmente” facendo
prima di tutto una marinatura dell’animale la sera prima. Per trovare la
marinata giusta ho unito svariate scuole di pensiero, cercando di creare una
ricetta che avesse sicuramente qualche fondamento di oltre Oceano ma che
mantenesse in maniera indiscussa radici tipicamente italiane. Quindi in un
recipiente che permettesse di posizionare al suo interno la tacchinella
completamente ricoperta dal liquido di marinatura, ho messo: una mela tagliata
in svariate fettine, un limone spremuto (quindi il succo ed i conseguenti resti
della spremitura), una quindicina di bacche di ginepro schiacciate, 5 foglie di
alloro, 100 grammi di zucchero e 100 grammi di sale, un generoso bicchiere di
vino bianco, pepe in grani. In seguito ho riposto la tacchinella ed a questo
punto ho riempito con acqua tiepida fino alla copertura dell’animale.
Tutto ciò deve accadere la sera
prima del giorno della cottura.
Giorno dopo.
La cottura che ho previsto è sotto la campana, o peka in lingua
originale; per tutti quelli che non possiedono un caminetto in casa o che non
possiedono la campana, procedere con il forno della cucina, almeno quello
dovrebbe esserci. Prima di riporre la tacchinella nel vassoio che dovrà
sottostare alla campana coperta di braci del camino, ho riposto nel vassoio
stesso delle patata tagliate in pezzi grossi, alcune le ho lasciate intere,
preventivamente salate, pepate e condite con olio extravergine di oliva; a
questo punto ho estratto dalla marinatura la tacchinella e l’ho asciugata.
Ora bisogna preparare i condimenti per la carne: da una fetta di lardo
ho ricavato due metà, dalla prima ho ottenuto delle striscioline e dalla
seconda un battuto al coltello, insaporito con sale pepe e rosmarino. A questo
punto ho foderato l’interno della tacchinella con il battuto (mettere sulle
dita il battuto, inserire la mano dentro il foro dal quale si sono estratte le
interiora e roteare quindi la mano). Ho quindi massaggiato la pelle con sale e
pepe ed ho inserito le striscioline di lardo sotto la pelle stessa, nei punti
meno grassi, ad esempio all’attaccatura delle ali.
A questo punto ho inserito
sempre all’interno della tacchinella due spicchi d’aglio ed una fetta di
limone, ho chiuso il foro con un rametto di rosmarino. Finalmente ho riposto la
tacchinella sopra le patate.
Importante, oliare il tutto e
salare, inserire tra le patate due/tre spicchi d’aglio.
In questa specifica occasione,
nel vassoio ho messo in cottura anche uno stinco di maiale; preventivamente
marinato dalla sera prima con parecchio pepe macinato, alloro, vino bianco,
aglio, rosmarino e ginepro.
Quattro ore prima della cena
Accendere il fuoco nel caminetto
al fine di creare parecchie braci, una volta spenta la fiamma spostare le braci
stesse, mettere il vassoio di cottura, posizionare la campana, coprire con le
braci.
Dopo due ore e mezzo lo stinco e la tacchinella sono pronte. Togliere le
braci, sollevare la peka, prelevare il vassoio dal letto del camino e portarlo
in tavola. Mangiare, saluti.
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