Mangia Bevi e Vivi di Guido e Marzia, ricette per momenti speciali da condividere in famiglia e con gli amici.
lunedì 30 novembre 2015
Mangia Bevi e Vivi: LEPRE IN SALMI'
Mangia Bevi e Vivi: LEPRE IN SALMI': LA LEPRE IN SALMI’ CHE CI HANNO DATO DEI GRANDI AMICI Per fare una buona lepre in salmì occorrono poche cose ma fondamentali: ...
LEPRE IN SALMI'
LA LEPRE IN SALMI’ CHE CI HANNO DATO DEI GRANDI AMICI
Per fare una buona lepre in salmì
occorrono poche cose ma fondamentali: la prima avere amici come Loro che
ti diano una lepre (in realtà sarebbe amica di mia moglie ma io mi ritengo
tranquillamente equiparato), la seconda un po’ di pazienza nella preparazione,
essendo quest’ultima non difficile ma lunga.
Allora dicevo una lepre
ovviamente spellata e pulita, unici organi da conservare sono il fegato ed il
cuore, circa due litri di vino rosso, una cipolla, una costa di sedano, una carota,
ginepro, sale e pepe nero in grani.
Bisogna preparare una marinata per la
lepre.
Per farla tagliare in pezzi non necessariamente piccoli gli ortaggi, metterli in un recipiente capiente che possa accogliere la lepre, ovviamente mettere la lepre in pezzi o intera io l’ho messa intera, coprire completamente con il vino, in ultimo inserire alcune bacche di ginepro ed alcune bacche di pepe nero, senza lesinare. Fare marinare per almeno una notte, l’ottimale sarebbero 24 ore.
Per farla tagliare in pezzi non necessariamente piccoli gli ortaggi, metterli in un recipiente capiente che possa accogliere la lepre, ovviamente mettere la lepre in pezzi o intera io l’ho messa intera, coprire completamente con il vino, in ultimo inserire alcune bacche di ginepro ed alcune bacche di pepe nero, senza lesinare. Fare marinare per almeno una notte, l’ottimale sarebbero 24 ore.
Trascorse le ore di marinatura
inizia il vero e proprio procedimento di cottura; procurarsi:
Circa 80 grammi di burro, un buon burro grasso,
non ha senso cuocere questi cibi in modo “light”, tanto vale mangiare un piatto
di pasta all’olio,
-
Altri 80 grammi ma di strutto, per sottolineare
la filosofia sopra tratteggiata,
- Due cipolle bianche di media grandezza,
-
Due coste di sedano,
-
Una carota,
-
Farina,
-
Due rametti di timo,
-
Due rametti di rosmarino,
-
5 foglie di alloro,
-
5 foglie di salvia,
-
Una becca d’aglio,
-
4 quadretti di cioccolato fondente,
-
2 grappini,
-
Sale,
-
Pepe.
Prima cosa da fare è togliere la
lepre dalla marinata, se è già in pezzi asciugarli, nel caso l’animale sia
ancora intero, sezionarlo e poi asciugare come precedentemente indicato i vari
pezzi ricavati. Infarinarli ben bene.
Bisogna preparare ora un soffritto: quindi mettere il burro in una casseruola sufficientemente larga, metterci lo strutto battuto, lavorato con sale e pepe, per non farci mancare nulla, mettere anche dell’olio extravergine d’oliva. A fuoco allegro/moderato fare appassire le cipolle tagliate precedentemente finemente, quando la cipolla si è ammorbidita rosolare bene i pezzi di lepre.
Bisogna preparare ora un soffritto: quindi mettere il burro in una casseruola sufficientemente larga, metterci lo strutto battuto, lavorato con sale e pepe, per non farci mancare nulla, mettere anche dell’olio extravergine d’oliva. A fuoco allegro/moderato fare appassire le cipolle tagliate precedentemente finemente, quando la cipolla si è ammorbidita rosolare bene i pezzi di lepre.
Aggiungere quindi il sedano e la
carota tagliati anch’essi finemente, salare (con sale grosso), rimescolare
bene.
Fare un battuto del fegato e del cuore precedentemente conservati ed unirli anch’essi al preparato. Mettere nella casseruola anche gli ortaggi ed i gusti messi nella marinata. Aggiungere un paio di mestoli di marinata stessa, inserire a questo punto i sapori: alloro, salvia, tino e rosmarino. Attendere cinque minuti, rimescolando spesso; trascorsi mettere il resto della marinata nella casseruola. La carne dovrebbe essere quasi completamente coperta.
Quando comincia a sobbollire, abbassare la fiamma lasciando la casseruola scoperta. Ora, siccome la lepre deve cuocere per circa un’ora, ci si può dedicare ad altre faccende. Passato il tempo levare la casseruola dal fuoco ed estrarre i pezzi di lepre dalla stessa, levare inoltre le foglie di alloro ed i rametti di rosmarino ormai spogli. Frullare ciò che rimane all’interno della casseruola stessa. Ora bisogna valutare se la salsa ottenuta è densa o liquida, se è liquida bisogna farla restringere un poco sul fuoco, se è densa bisogna allungarla con un po’ di brodo di carne.
Tale valutazione va comunque
effettuata tenendo presente il fatto che si dovrà cuocere la lepre ancora per
circa un’oretta scarsa (il tempo è dettato dalla durezza residua delle carni,
anche se la lepre essendo bestia selvatica, manterrà anche da cotta una
tonicità delle carni elevata). A valle della scelta sulla densità della salsa,
rimettere i pezzi di lepre nella casseruola con la salsa, metterci i pezzi di
cioccolato fondente ed un grappino, l’altro berlo. Rimettere la casseruola sul
fuoco, che deve essere basso, coprirla; ora ritengo che un tempo di cottura di
circa cinquanta minuti dovrebbe bastare.
A questo punto si dice “buon appetito”, ma questa
volta voglio dire “bonne
appétit”.Fare un battuto del fegato e del cuore precedentemente conservati ed unirli anch’essi al preparato. Mettere nella casseruola anche gli ortaggi ed i gusti messi nella marinata. Aggiungere un paio di mestoli di marinata stessa, inserire a questo punto i sapori: alloro, salvia, tino e rosmarino. Attendere cinque minuti, rimescolando spesso; trascorsi mettere il resto della marinata nella casseruola. La carne dovrebbe essere quasi completamente coperta.
Quando comincia a sobbollire, abbassare la fiamma lasciando la casseruola scoperta. Ora, siccome la lepre deve cuocere per circa un’ora, ci si può dedicare ad altre faccende. Passato il tempo levare la casseruola dal fuoco ed estrarre i pezzi di lepre dalla stessa, levare inoltre le foglie di alloro ed i rametti di rosmarino ormai spogli. Frullare ciò che rimane all’interno della casseruola stessa. Ora bisogna valutare se la salsa ottenuta è densa o liquida, se è liquida bisogna farla restringere un poco sul fuoco, se è densa bisogna allungarla con un po’ di brodo di carne.
martedì 13 ottobre 2015
CROQUE MADAME & CROQUE MONSIEUR
A discapito del nome altisonante queste due pietanze che differiscono unicamente per un ingrediente, sono estremamente semplici da compiere.
Per fare un Croque Madame servono: fette di pane da toast o pane in cassetta, prosciutto cotto, burro, formaggio da toast o comunque che si fonda molto facilmente ed abbia una nota leggermente amara, formaggio grana, uovo; per il Croque Monsieur servono i medesimi ingredienti fatto salvo per l’uovo.
Prima cosa far sciogliere una corposa dose di burro in un tegame, friggere quindi le 2 fette di pane adagiandole da un lato nella pentola, quando sono dorate e si è quindi sul punto di girarle, girarne una soltanto e riporre dalla faccia dorata una o due fette non sottili di prosciutto cotto ed altrettante di formaggio, questa volta sottili (vanno benissimo le sottilette).
Chiudere il tutto con l’altra fetta avendo l’accortezza di mettere a contatto con il formaggio la faccia dorata della seconda fetta di pane. Friggere da ambo i lati il toast così ottenuto; nel frattempo in una padella far sciogliere del burro e romperci un uovo mantenendo intero il tuorlo (in pratica fare un uovo al tegamino),
quando pronto l’uovo levare dalla padella il toast e metterlo in un piatto, porci sopra l’uovo al tegame,
coprire con una buona dose di parmigiano grattugiato e il Croque Madame è pronto.
Per quanto concerne il Croque Monsieur fare tutto allo stesso modo senza però l’uovo, quindi solo toast fritto nell’olio con sopra parmigiano grattugiato.
Chiudere il tutto con l’altra fetta avendo l’accortezza di mettere a contatto con il formaggio la faccia dorata della seconda fetta di pane. Friggere da ambo i lati il toast così ottenuto; nel frattempo in una padella far sciogliere del burro e romperci un uovo mantenendo intero il tuorlo (in pratica fare un uovo al tegamino),
quando pronto l’uovo levare dalla padella il toast e metterlo in un piatto, porci sopra l’uovo al tegame,
coprire con una buona dose di parmigiano grattugiato e il Croque Madame è pronto.
Per quanto concerne il Croque Monsieur fare tutto allo stesso modo senza però l’uovo, quindi solo toast fritto nell’olio con sopra parmigiano grattugiato.
PS: se avessi avuto un tartufo l’avrei affettato sopra il Croque Madame, prossima volta.
domenica 13 settembre 2015
CENA A BASE DI PESCE, ESTIVA
CENA A BASE DI PESCE, ESTIVA
Serata di fine luglio molto calda, solita quantità di carissimi amici affamati;
richiesto pesce da Marzia.
Visti i soggetti invitati ho optato per scelte quantitative:
Antipasto: - bicchierino
di caprese prima destrutturata, poi ricomposta,
-
polipo al basilico e limone su verdurine sbollentate;
Primo: ravioli
ripieni di branzino con sugo di capesante su letto di burrata;
Secondo: catalana di
crostacei.
Prima di tutto ho tuffato (si dice così) dei pomodori peretti in acqua
bollente salata per poterli spellare a dovere, nel frattempo ho affettato
finemente della cipolla, ho preparato uno spicchio d’aglio “incamiciato”, ed una
padella nella quale ho messo dell’olio, inoltre ho messo a mollarsi in acqua
dei fogli di colla di pesce. Quando la pelle dei pomodori ha iniziato a
rompersi ho proceduto con la spellatura degli stessi.
L’acqua bolle a cento gradi centigradi, quindi occhio a come si
pescano dalla pentola i pomodori. Una volta spellati e tagliati a metà, levati
i semi, li ho messi a riposare un attimo in una terrina, nel frattempo ho messo
l’aglio nella pentola ed ho acceso il fuoco. Messa poi la cipolla affettata ho
aspettato che si “mollasse” leggermente, a quel punto ho messo i pomodori
spellati e un po’ di prezzemolo, sale e pepe. Una volta fatto il sugo, ho
frullato il tutto, e messo i fogli di colla di pesce opportunamente strizzati
dall’acqua.
Qualche minuto sul fuoco per amalgamare il tutto, poi ho riposto il
sugo in bicchieri di vetro messi in una teglia da forno con acqua fredda (nella
teglia non nei bicchieri). Dividendo il bicchiere in altezza deve esserci un
quarto deve essere sugo. Ricambiata spesso l’acqua, quando il sugo si è sufficientemente
raffreddato o riposto il tutto in frigo, per far si che la colla di pesce
agisse creando una sorta di gelatina.
Nel frattempo, mentre la gelatina riposava in frigo, ho preso le
capesante mantenendo sia il muscolo che il corallo, le ho tagliate in maniera
difforme per creare diverse sensazioni di gusto.
A questo punto per fare il
sugo dei ravioli ho fatto la base del sugo di “aglio, olio e peperoncino”,
applicando la stessa procedura, unica variante l’inserimento di alcuni
pomodorini datterini tagliati in quattro parti, poca cosa comunque, solo a dare
una nota acida.
Dopo l’aggiunta dei pomodorini ho messo a cuocere le capesante,
sfumandole con vino bianco a fiamma alta, dopo dieci minuti circa ho bagnato
con cognac, altri due minuti a fuoco moderato e poi gas spento. Sugo fatto.
Ora la burrata (per il primo piatto): prendere la burrata e frullarla,
se crema ottenuta risulta compatta, allungare con un po’ del suo liquido.
Mettere dentro il frigo.
Nel frullatore sporco mettere della ricotta e basilico (per il primo antipasto),
poco sale, via frullare. Mettere anche questo in frigo. Dallo stesso estrarre
due mozzarelle e farle a dadini piccoli, rimetterle in frigo.
Sono passato al polipo (secondo antipasto): in una pentola ho messo
due spicchi d’aglio scamiciati e leggermente schiacciati, una discreta dose
d’olio (attenzione il polipo non deve assolutamente friggere), una presa di
sale grosso, ovviamente il polipo, mezzo limone spremuto e qualche foglia di
basilico. Ho acceso il fuoco ed ho coperto la pentola. Attenzione il polipo
produrrà molta acqua, mantenere la fiamma bassa, per nessun motivo deve
esaurirsi il liquido, dovesse scarseggiare aggiungere un po’ d’acqua. Circa 40
minuti ed il gioco è fatto.
A questo punto passo alle verdurine, carote e sedano tagliate a
listarelle, tuffo nell’acqua bollente salata, quando cominciano ad ammorbidirsi
scolarle passarle velocemente nell’acqua fredda, tanto da sospendere la
cottura. Metterle in una bacinella, spruzzare poco limone un po’ d’olio, mescolare
e questa volta non in frigo.
Ora preparare una court bouillon classica (acqua, sale, pepe in grani,
cipolla, sedano, prezzemolo, vino bianco, alloro, carota); l’ho messa in una
pentola capiente e quando ha iniziato a bollire ho messo i vari crostacei
appunto a bollire: gamberi rossi massimo 6 minuti, scampi massimo 7 minuti,
astici massimo 10 minuti (attenzione l’acqua deve sempre bollire).
Ricordarsi
di cuocere per primi gli astici, poi gli scampi ed infine i gamberi, questione
di schiuma. Ogni crostaceo ripescato dalla pentola deve essere scolato dal
liquido e passato in acqua fredda. Affettare sottilmente: carote, sedano e
finocchio, metterli in una terrina condirli con limone, olio, sale e pepe; in
frigo.
Tagliare dei pomodorini Piccadilly in due parti, metterli a loro volta
in un’altra terrina e riporli dove? In frigo. Tagliare una cipolla di Tropea a
rondelle sottili, metterla in una terrina piena di acqua ed aceto e farla
riposare, niente frigo.
Ricapitolando nel frigo ci sono:
-
I bicchierini con la gelatina di sugo,
-
La burrata frullata,
-
La ricotta aromatizzata al basilico,
-
Le verdurine della catalana,
-
I pomodori della catalana,
-
Mozzarella a dadini.
Quando sono arrivati i commensali ho tolto la burrata dal frigo,
mentre Marzia apriva una bottiglia di Cetmayr rosè, ho preso i bicchierini, la
ricotta e la mozzarella a dadini. Per ogni bicchierino strato di dadini di
mozzarella e strato superiore di ricotta al basilico, fogliolina di basilico a
guarnire e via, antipasto fatto (ricordarsi i cucchiaini, da gustare in piedi).
Per quanto riguarda il secondo antipasto, per ogni piattino ho messo
una base di verdurine sbollentate (dovrebbero essere ancora tiepide, nel caso
non lo siano un colpetto di microonde, poco), ho riposto sopra le verdure
alcuni tentacoli di polipo (anch’esso deve essere tiepido), ho preso un po’ di
liquido della pentola ho aggiunto olio, limone e basilico, ho mescolato a
formare una salsina che poi ho messo sopra ogni piattino. Secondo antipasto
servito.
Primo piatto: pentolone di acqua bollente salata, tuffo dei ravioli;
contemporaneamente riscaldamento del sugo di capesante in una pentola larga
atta al “salto” del sugo. In ogni piatto da portata ho messo un paio di
cucchiaiate di frullato di burrata; ho ultimato la cottura dei ravioli nella
pentola del sugo facendoli saltare. Mestolo di ravioli per piatto, qualche
foglia di prezzemolo e via, primo in tavola.
Secondo piatto: ho preso le verdure crude (carote, sedano e finocchio)
ed i pomodorini tagliati, ho scolato la cipolla, ho unito il tutto e condito
con un po’ d’olio, sale e limone. Ho poi preso tutti i crostacei e li ho
disposti in un piatto molto capiente, un giro d’olio, una spruzzatina di limone
e un po’ di sale fino; ho coperto il tutto con le verdurine, ho chiamato mio
figlio e ho fatto portare in tavola la catalana.
martedì 5 maggio 2015
TAGLIOLINI ALL'ASTICE
I tagliolini all’astice fanno
parte di quei primi facili e veloci, specialmente la mia versione, avente un
paio di scorciatoie che lo rendono preparabile in pochissimo tempo.
Prima di tutto bisogna capire la
“qualità” dei commensali, se sono più o meno avezzi a mangiare con le mani e soprattutto
la loro capacità di piacere al cuoco; ciò si riflette direttamente sul tempo di
preparazione del piatto: più simpatici, più tempo di preparazione, meno
simpatici, drastica riduzione dell’impegno dello chef.
Tornando a casa dal lavoro ho
comperato 4 astici precotti congelati.
Quelli da me comperati pesavano 300
grammi ed erano congelati con la loro acqua, il risultato un cilindro ci
ghiaccio con dentro l’astice. Ovviamente potevo comperare anche astici vivi, in
questo caso appena giunto a casa avrei dovuto bollirli; nel mio caso appena
arrivato a casa li ho riposti in una bacinella di acqua tiepida, e lì sono
rimasti giusto il tempo di cambiarmi e preparare 2 spicchi di aglio sbucciato,
una manciata di pomodorini (piccadilly, specie con la buccia estremamente
sottile) facciamo 5 per ogni astice tagliati a 4 spicchi, un discreto ciuffo di
prezzemolo ed una cipolla tritata il più finemente possibile (rossa di Cannara
oppure volendo Scalogno). Non bisogna avere paura di mettere troppa cipolla, i
crostacei con la cipolla sposano decisamente bene.
A questo punto entra in gioco la
simpatia provata dal cuoco, se i commensali sono simpatici si opera in questo
modo: si prende il primo astice si separa la testa dal corpo stando attenti a
recuperare il liquido che fuoriesce, si estrae la carne dalla coda, si staccano
le zampe e le chele e si estrae da ogni arto la preziosa polpa, a questo punto
se ne compie una dadolata. Si ripete questa divertente fase per ogni crostaceo
arrivando ad avere due recipienti uno con le teste e l’altro con la polpa.
Nel
caso invece si è nella condizione nella quale i commensali sono talmente
simpatici e divertenti da sperare in una loro tardiva telefonata avvertente di
un loro sopraggiunto imprevisto che gli nega la possibilità di arrivare,
operativamente si mantiene un altro approccio: separare la testa dal corpo,
staccare zampe e chele, tagliare la coda a pezzi, riporre quindi in un recipiente
le teste ed in un altro tranci di corpo e chele. Preparare un bel pentolone con
un’abbondante dose d’acqua bollente salata pronto ad ospitare i tagliolini. Si
mettono ora in una padella sufficientemente grande da contenere poi i
tagliolini, tre anzi via quattro cucchiai di olio, la cipolla tritata e l’aglio;
accendere il fuoco, cuocere fino a che la cipolla appassisce. E’ ora il momento
di aggiungere le teste con i loro liquidi allargando leggermente il carapace
dall’interno, alzare il fuoco e versare nella padella un buon bicchiere di vino
bianco, versarne un secondo e berlo, anche di un fiato, è perciò palesemente
conveniente che il vino sia buono. Aggiustare con del sale grosso, quando il
vino è quasi del tutto sfumato aggiungere i pomodorini insieme ad un
peperoncino, secco o fresco a dipendenza di quello che si ha a disposizione.
Quando i pomodorini sono quasi cotti levare le teste degli astici tenendole da
parte per guarnire i piatti ed aggiungere la loro polpa, o nell’altra versione
aggiungere semplicemente i tranci degli animaletti, avendo però comunque in
ambo i casi cura di abbassare la fiamma.
Tuffare i tagliolini ed allo
stesso tempo aggiungere il prezzemolo al sugo, dopo il tempo necessario alla
cottura della pasta al dente mettere due/tre mestoli d’acqua della pasta stessa
nel sugo, scolare la pasta. Mettere i tagliolini nella padella del sugo, alzare
la fiamma e farli saltare per qualche un minuto massimo.
Compiuta tutta questa procedura
ho portato in tavola i tagliolini; io quella sera ero mi trovavo nella prima
modalità e quindi nella condizione più gravosa per chi cucina ma decisamente
più comoda per chi mangia.
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